Al Grand Theatre di Weston-Super-Mare in Inghilterra, una compagnia teatrale è alle prese con la prova generale della commedia “Nothing on” (“Niente addosso”). Il primo atto della commedia (l’unico raccontato, infatti si intravede in una scena solo i finale del secondo atto) è particolarmente impegnativo: un elaborato schema di repentini ingressi ed uscite dei personaggi dalla scena genera una serie di equivoci, talora anche farseschi, che culminano nel finale dello spettacolo.
Tutto ruota attorno ad una casa di campagna, dove convergono le vicende dei personaggi: della signora Clakett che cerca disperatamente, con il suo giornale e un piatto di sardine, di vedere la Royal sul televisore a colori dei padroni, dell’agente immobiliare che dovrebbe affittare la casa giunto lì con una delegata dell’ufficio delle imposte che sta indagando sui proprietari di quella casa (a sua insaputa) per una scappatella amorosa, dell’improvviso rientro dei padroni di casa che hanno inscenato la loro fuga all’estero, di un ladro che si intrufola in casa e di uno sceicco che vuole comprare la casa.
Alle complicate entrate e uscite continue dei personaggi, che quindi mettono a dura prova il “cast”, si sommano i problemi dietro le quinte, che peggiorano durante la tournée attraverso l’ Inghilterra e che rendono lo spettacolo incomprensibile e senza senso, provocando disastri continui, un po’ a loro insaputa un po’ per nuocere a qualche altro membro.
Il regista si presenta come un fastidioso perfezionista e spreme i suoi attori fino al midollo. I litigi tra gli attori si riflettono sulla rappresentazione della commedia, con esiti tanto disastrosi quanto esilaranti.