Il testo si snoda con straordinaria forza emotiva, un vero e proprio “documento fotografico” come lo definisce l’autore stesso, asciutto ed essenziale nella sua drammaticità. Una storia di donne che ruotano attorno alla tirannica e spietata Bernarda, “capace di sedersi sul cuore di una e guardarla morire per un anno di fila, senza perdere mai quel sorriso gelido stampato su quella sua faccia maledetta”. Una madre gelida, priva di emozioni e ossessionata dalle cupe dinamiche di un paese rurale della Spagna degli anni trenta, intriso di soffocanti consuetudini, una donna in possesso di un orgoglio smisurato e accecata da un fanatismo venato di follia.
L’imposizione alle figlie di un insensato lutto claustrale, scatenerà in quest’ultime un disperato bisogno di libertà, alimentato dalle fiamme di un erotismo soffocato e innescando, in un crescendo di lacerante gelosia, sentimenti di invidia, ipocrisia, odio e violenza, che faranno precipitare inevitabilmente la casa di Bernarda Alba nel dramma.
Il progetto “Bernarda Alba”, primo cimento registico per Ugo Manzini, parte da un amore smisurato per il testo di Federico García Lorca e dalla ricerca, non semplice, di dodici (brave) attrici, scelte nella compagnia e anche in altri gruppi del panorama teatrale amatoriale lucchese. Dodici attrici che si sono messe in gioco su questo meraviglioso testo di Lorca con grande professionalità e passione. Unico uomo, il regista Ugo Manzini, sotto la cui guida ha preso forma la storia, la vita e le relazioni di queste donne appassionate, feroci e isolate dalla follia gelida e senz’anima di Bernarda.