Angelo ci ha lasciati, il nostro Maestro delle luci si è spento questa mattina all’ospedale San Luca. Ma Angelo rimarrà sempre nei nostri cuori per tutto ciò che ci ha insegnato e trasmesso, prima su tutti la sua passione per il Teatro, passione che è diventata anche la nostra. Angelo ci ha lasciati oggi 13 dicembre, il giorno di Santa Lucia, la santa della Luce. Niente accade per caso e anche in questo, Angelo ci dona un segno del suo grande amore artistico, che noi abbiamo conosciuto e che porteremo sempre nei nostri cuori.
Qui di seguito riportiamo il bel ritratto biografico che la giornalista e amica Elisa Tambellini ha fatto di Angelo Fanucchi.
testo pubblicato dal giornale online Lucca in Diretta
Lucca si è risvegliata, stamani (13 dicembre), un po’ più povera. È scomparso all’alba, all’età di 92 anni, Angelo Fanucchi: con lui se ne va un pezzo di storia del teatro di questa città. Maestro delle luci del palcoscenico, Fanucchi inizia la sua attività negli anni del secondo dopoguerra quando, a Milano, viene assunto dal Teatro Nuovo di piazza San Babila per svolgere mansioni di manovalanza tecnica. Tutto il paese, allora, era percorso dall’urgenza di lasciarsi le ferite del conflitto alle spalle e tornare a immaginare, ad avere fiducia in un riscatto possibile. Anche Angelo aveva il suo dolore da dimenticare: l’orrore del campo di concentramento di Buchenwald, dove venne deportato, giovanissimo, per essersi rifiutato di indossare la divisa della Repubblica di Salò. Ed ecco che Milano rappresenta una nuova opportunità e la mente vivace di Angelo corre veloce, oltre il ruolo che il teatro gli aveva inizialmente affidato. Offre consigli artistici ai professionisti delle luci, studia soluzioni che si rivelano efficaci e vincenti, con generosità e un innato senso della composizione scenica. Walter Chiari lo nota e gli affida la cura delle luci di una sua tournée. Un’esperienza che segna la svolta: è l’incontro più autentico, quello con il teatro, che Angelo coltiverà con cura per tutta la vita e che porterà anche a Lucca, iniziando fin dagli anni ’50 una proficua collaborazione con la compagnia Stabile lucchese di arte drammatica guidata dal regista Nando Guarnieri. Nel 1956 Angelo Fanucchi affianca la passione per le luci del teatro alla professione di assicuratore, rilevando l’agenzia Cattolica – attività che lo ha impegnato, con ruoli diversi, fino all’ultimo, nella consapevolezza che la relazione con i clienti è il vero valore aggiunto di ogni impresa. Attivo nel mondo dello sport dilettantisco lucchese, è stato membro del Panathlon Club e presidente dell’associazione Porta Elisa Calcio, molto attiva negli anni ’70 e ’80. È in quegli stessi anni che Angelo Fanucchi fonda la compagnia Teatro Giovani, ancora oggi attiva e pluripremiata nel panorama nazionale del teatro amatoriale. Lo fa insieme alla moglie, la regista Anna Fanucchi, dando vita a un progetto che da 40 anni permette ai giovani del territorio di misurarsi con la scena. Negli anni ’90 Angelo Fanucchi diviene presidente della commissione di gestione del Teatro del Giglio e membro dell’Accademia Medicea – onorificenza ricevuta per meriti culturali durante una cerimonia in cui era presente anche il fisico premio Nobel Carlo Rubbia. Nonostante una carriera densa di soddisfazioni, che lo ha portato anche a curare le luci per spettacoli a Villa Reale di Ennio Morricone e Carla Fracci, Angelo Fanucchi non si è mai montato la testa: per tutta la vita ha creduto nel valore del teatro e non si è risparmiato, prestando la propria tecnica e il proprio sguardo per la riuscita di spettacoli pensati da giovani, da piccole compagnie, realizzati spesso in sale parrocchiali di paese: il teatro è una liturgia, un rito da adempiere ovunque con la massima cura, perché ogni pubblico ha uguale dignità. Alcuni light designer oggi affermati hanno mosso le prime armi imparando i trucchi del mestiere proprio da Angelo Fanucchi e lo studioso Giuseppe Stefanelli deve a lui l’idea per Il Volto Santo: storia e analisi di un film ritrovato, libro pubblicato da Maria Pacini Fazzi nel 2016 che tratta della pellicola girata a Lucca nel 1948, perduta e poi riscoperta proprio da Fanucchi. Un’assenza, quella di Angelo, che si farà sentire.